Quattro quadrati con varie icone di persone al loro interno in attesa di andare in pensione
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Non si incrementa la speranza di vita: restano invariati i requisiti di età per la pensione di vecchiaia negli anni 2025 e 2026

Con proprio Decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 ottobre 2023, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stabilito che, per gli anni 2025 e 2026, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici soggetti ad adeguamento sulla base degli incrementi della speranza di vita non sono ulteriormente incrementati.Si ricorda che i requisiti per l’accesso alla pensione sono soggetti ad adeguamenti in base all’incremento della speranza di vita con cadenza biennale, salvo esplicita esclusione da parte del legislatore. Un esempio riguarda i requisiti per la pensione anticipata: i lavoratori precoci e lavoratori addetti ad attività usuranti non subiranno adeguamenti fino al 2026).

Comunicazione dell’ISTAT e variazione della speranza di vita

Il 7 Giugno 2023 il Presidente dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ha comunicato tramite una propria nota che la variazione della speranza di vita a 65 anni, calcolata sulla media della popolazione residente in Italia, è pari a 0.10 decimi di anno. Questa variazione è stata determinata confrontando la media dei valori registrati negli anni 2021 e 2022 con quella dei valori registrati negli anni 2019 e 2020 e sarà utilizzata per adeguare i requisiti di accesso al pensionamento a partire dal 1° gennaio 2025. Il predetto dato, trasformato in dodicesimi di anno, equivale ad una variazione di -0.11 che, a sua volta arrotondato in mesi, corrisponde ad una variazione negativa pari ad un mese.

Implicazioni per i requisiti di accesso alla pensione

Ciò non comporta una diminuzione dei requisiti per l’accesso a pensione. Il D.L. 201/2011, art 24, comma 13, mantiene invariati questi requisiti, salvo il recupero della variazione negativa dell’aspettativa di vita, che il prossimo adeguamento biennale riferito al biennio 2027-2028 opererà. Pertanto, anche per gli anni 2025 e 2026 per l’accesso alla pensione di vecchiaia saranno richiesti 20 anni di contributi e 67 anni di età sia per gli uomini e per le donne.

Requisiti invariati per i contributivi puri

Restano invariati anche i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia e anticipata previsti per i c.d. contributivi puri (lavoratori che hanno contribuzione solo a partire dal 1.1.1996). Questi lavoratori continueranno ad accedere alla pensione di vecchiaia con i requisiti già indicati, se l’importo dell’assegno non è inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Se non raggiungono questo importo, potranno comunque accedere alla pensione di vecchiaia a 71 anni di età e con almeno 5 anni di contribuzione effettiva, senza un importo minimo dell’assegno.

Peraltro, i medesimi lavoratori potranno continuare ad accedere alla pensione anticipata con 64 anni di età e 20 anni di contribuzione effettiva, a condizione che l’assegno non sia inferiore a 2.8 volte l’assegno sociale.

Requisiti invariati per la pensione in totalizzazione

Infine, restano invariati i requisiti per l’accesso alla pensione in totalizzazione. Per la pensione di vecchiaia continueranno ad essere richiesti 66 anni di età e 20 anni di contributi (con applicazione della finestra di 18 mesi). Per quanto riguarda la pensione anticipata continueranno ad essere richiesti 41 anni di contributi (con applicazione della finestra di 21 mesi). In merito a quest’ultima, i requisiti erano già stati bloccati fino al 2026 dal D.L. 4/2019.

Analogie con il biennio 2023-2024

Si ricorda che analoga situazione si era verificata al momento della determinazione dei requisiti pensionistici per il biennio 2023-2024. In quell’occasione, l’ISTAT aveva registrato una variazione negativa della speranza di vita media del biennio 2019-2020 di 3 mesi rispetto al biennio precedente. Anche in tale circostanza i requisiti pensionistici non avevano subito incrementi, né decrementi. Tuttavia, da ciò era derivata una conseguenza positiva per i pensionandi. Infatti, i coefficienti di trasformazione applicabili alle pensioni liquidate nel biennio 2023-2024 – e, come noto, utilizzati per il calcolo della quota contributiva della pensione – erano stati rivisti al rialzo rispetto a quelli applicabili nel biennio precedente. In modo analogo, anche i coefficienti di trasformazione applicabili alle pensioni che saranno liquidate nel biennio 2025-2026 verranno rivisti al rialzo rispetto a quelli applicabili per il biennio 2023-2024.

Novità attese dalla Legge di Bilancio 2024

Si ritiene utile segnalare che è in corso l’iter di approvazione della Legge di Bilancio per il 2024. Questa, con ogni probabilità, introdurrà alcune novità in materia previdenziale. L’obiettivo è anche quello di attutire l’impatto dovuto alla conclusione del periodo di sperimentazione della pensione quota 103 e di ape sociale.

In particolare, secondo quanto finora emerso, nella prossima Legge di Bilancio potrebbe essere introdotta una nuova pensione “Quota 104”. Per accedervi sarebbero richiesti 63 anni di età e 41 anni di contributi. Inoltre, potrebbe essere prevista la riduzione del requisito contributivo da 41 anni a 36 anni per caregiver, disoccupati, gravosi e disabili. La stessa riduzione potrebbe essere applicata anche alle donne, passando da 41 anni a 35. 

Infine, la nuova Legge di Bilancio potrebbe abolire il tetto minimo di importo – pari ad 1.5 volte l’assegno sociale – richiesto per l’accesso alla pensione di vecchiaia per i c.d. contributi puri e sopra richiamato. Occorrerà comunque attendere la conclusione dell’iter di approvazione per conoscere le misure adottate e vigenti dal 1° gennaio 2024.

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